Meditazione
Dal latino meditari-meditatio, derivato di mederi ''curare'', ma anche ''esercitarsi'', ''mormorare a mezza voce'', ''riflettere'', ''misurare con la mente e volgere nell'anima''. Meditazione è espansione dello stato di coscienza, della consapevolezza; è il superamento dei confini mentali che ci fanno sentire esseri separati dal tutto, riscoprendo la connessione con ciò che ci circonda.
Questa pratica non è un azione, ma bensì uno stato dell'essere, una condizione in cui ci si trova: non si fa Meditazione, ma si è in Meditazione.
Non a caso tale pratica, in forme differenti, è riconosciuta da molti secoli come parte integrante di tutte le principali tradizioni religiose.
Il parere della scienza
Gli esperimenti condotti registrando le onde cerebrali di monaci Zen in meditazione lo dimostrano. Quando il cervello è in uno stato di tranquillità rilassata, emette onde alfa.
Quando invece si trova in uno stato di tensione emette onde beta o un altro tipo di onde, ancora più intense, le onde gamma.
In tutti gli stati di calma e riposo completo il cervello emette onde theta o delta.
In breve, quando una persona è arrabbiata, irritata o turbata, il suo cervello emette onde beta; quando la sua irritazione raggiunge un’intensità conflittuale, il suo cervello comincia a emettere onde gamma. In periodi di tensione prolungata, predominano le onde beta, e non compare quasi nessuna onda alfa.
L’analisi scientifica-sperimentale della respirazione zen, conferma che la meditazione fa raggiungere alla mente uno stato libero da ogni tensione e turbamento, perché dà luogo a un’emissione consistente di onde alfa.
Ricerche biologiche più sofisticate hanno rivelato effetti profondi sulla funzione immunitaria, così come una vasta gamma di altri cambiamenti con specifiche applicazioni cliniche.
Altre ricerche hanno dimostrato che la meditazione diminuisce la risposta del corpo alla norepinefrina, un ormone rilasciato in reazione allo stress. Benché la norepinefrina ordinariamente stimoli il sistema cardiovascolare, aumentando la pressione sanguigna, non ha tale effetto usuale nei meditatori; al contrario, i meditatori mostrano una diminuzione della pressione sanguigna, lo stesso effetto che si ottiene con i betabloccanti.
Inoltre la meditazione allena la capacità di attenzione, diversamente da altri esercizi di rilassamento, la maggior parte dei quali fanno vagare la mente come vuole. L’affinamento dell’attenzione dura al di là della sessione di meditazione stessa: si mostra in una varietà di modi nel resto della giornata del meditatore. Si è scoperto, ad esempio, che aumenta la capacità di raccogliere sottili segnali percettivi nell’ambiente e di prestare attenzione a ciò che succede, piuttosto che lasciare la mente vagare altrove.
La psicologia del Buddhismo sostiene che la meditazione possa produrre alcuni cambiamenti notevoli nella personalità. Cambiamenti che riguardano l'ansia, la psicosomatica e lo stato d'animo. Le persone che si cimentano in questa pratica mostrano di possedere una zona interiore di controllo; sono più spontanei, hanno una maggiore capacità di entrare in contatto, si accettano di più e hanno una più alta considerazione di sé; sono più abili a entrare in sintonia con un’altra persona e mostrano meno paura della morte.
Per concludere, le ricerche scientifiche ci possono dare molti risultati tecnici e misurabili riguardo agli effetti che ha la meditazione a livello fisico, mentale ed emotivo, ma meditare non è solo uno strumento per fronteggiare lo stress, per esser più presenti nella nostra vita o per tutti i benefici fisici o mentali che porta con sé; è principalmente un atto di ri-connessione con noi stessi, con la nostra essenza.